sabato 26 settembre 2009

..Perchè la malattia colpisce tutte



indipendentemente dallo status economico...ecco ..magari.. . i soldi aiutano, ma MAI quanto la PREVENZIONE!!!

venerdì 25 settembre 2009

Le analisi cliniche


Dopo la scoperta di un nodulo si possono effettuare tre tipologie di esami: la mammografia, l’ecografia e la risonanza magnetica.
La mammografia è una radiografia del seno, che ricopre una fondamentale importanza soprattutto nella fase di diagnosi, dalla quale è possibile individuare le lesioni presenti nei tessuti del seno, che una lastra “leggerebbe” solo come opacità o calcificazioni.
La mammografia è consigliata per i controlli di routine nelle donne che hanno superato i 40 anni e in quelle il cui seno viene definito “adiposo”.
L’ecografia è invece raccomandata nelle donne più giovani, in quanto, utilizzando gli ultrasuoni, riesce a sondare anche i seni più giovani, densi e compatti.
E’ in grado di distinguere i diversi tipi di noduli e di riconoscerne il contenuto, e ciò la rende l’esame migliore per identificare un tumore nel suo stadio iniziale.

Non abbiate paura: la PREVENZIONE E' VITA


La scoperta


Nella maggior parte dei casi è proprio la donna ad accorgersi dell’insorgere di un cancro al seno. Il nodulo al seno viene solitamente “sentito” dalla donna sotto la doccia o mediante autopalpazione.
Qualsiasi cambiamento nella stato del proprio seno è la prima spia di una possibile formazione tumorale, ed è pertanto di fondamentale importanza familiarizzare con il proprio seno per accorgersi immediatamente di qualsiasi cosa insolita.
Nel caso si dovesse notare un cambiamento sospetto è necessario rivolgersi al più presto al proprio medico di base o al proprio ginecologo, che potrà consigliare gli esami da eseguire per accertare la natura del nodulo

lunedì 21 settembre 2009

Oggi il tumore al seno fa meno paura?





Credo che la domanda sorga davvero spontanea...

I progressi compiuti nella cura dei tumori femminili sono tra i più rilevanti della moderna oncologia. Nonostante il tumore al seno sia la forma che più colpisce le donne (circa 39.000 nuovi casi l’anno in Italia secondo dati del 2005 corrispondenti al 20-25 per cento di tutti i tumori femminili), la mortalità, fortunatamente, è in diminuzione.
Le continue novità e scoperte indicano che ci saranno ulteriori miglioramenti e che sempre più donne potranno condurre una vita piena e normale anche se colpite da una neoplasia mammaria. Le speranze per il futuro si basano su alcuni concetti chiave: prevenzione, diagnosi precoce, chirurgia e radioterapia, terapie innovative, controllo degli ormoni steroidei e dei loro recettori.

domenica 20 settembre 2009

...sulla prevenzione: dati in Friuli Venezia Giulia


I programmi sono per pazienti dai 25 ai 69 anni
UDINE. Aumenta la cultura della salute tra le donne, ma una su tre è ancora poco sensibile ai controlli preventivi. Anche quando sono gratuiti. Nel panorama regionale, isontine e friulane sono più accorte delle triestine. A tre anni dall’avvio dello screening mammografico, campagna di prevenzione del tumore della mammella rivolta alle donne tra i 50 e i 69 anni, il progetto ha visto crescere di un terzo le adesioni. Consolidati anche i risultati dello per intercettare il tumore dell’utero, per le pazienti tra i 24 e i 64 anni.

In entrambi i casi, però, una percentuale che oscilla tra il 20 e il 30 per cento della popolazione “bersaglio”, sfugge ancora ai controlli.

TUMORI. Prima dello screening erano circa 1.105 le donne in Friuli Venezia Giulia che si ammalavano di cancro al seno (dato dal registro tumori del Fvg). Questo male, oggi sempre più curato con successo, è ancora molto diffuso per cui una diagnosi precoce diventa lo strumento migliore per aumentare le percentuali di guarigione. Per quel che riguarda il tumore della cervice, prima dell’avvio del programma di screening, l’incidenza era di circa 85-90 casi l’anno in regione e i decessi erano in media 18 l’anno. La campagna di prevenzione ha permesso di ridurre l’incidenza del carcinoma e di estendere l’uso del pap test, anche se la cultura di una prevenzione regolare non si è ancora radicata.

SCREENING MAMMOGRAFICO. Nel 2006, primo anno della campagna di prevenzione, più di 42 mila donne, tra i 50 e i 69 anni, hanno aderito al progetto su 84 mila circa contattate (il 50 per cento circa). Con il tempo è cresciuto il numero delle donne che ha aderito al progetto, anche se resta una fetta di soggetti, potenzialmente a rischio, difficile da intercettare. Nel 2008 sono state 68.898 le pazienti che si sono sottoposte alla mammografia gratuita, 26 mila in più rispetto ai due anni precedenti (su un numero di contattate superiore alle 85 mila). Si tratta del 44,7 per cento della popolazione interessata che ammonta a 154 mila donne. Delle donne a rischio che si sono sottoposte a mammografia lo scorso anno, il 33,7 per cento ha aderito alla campagna regionale mentre l’11 per cento ha provveduto in autonomia. Le più scrupolose sono le donne goriziane (il 49,8 per cento del campione ha fatto l’esame), seguite da pordenonesi (47,9 per cento) e friulane (sopra il 45 per cento la media di quelle che si sono rivolte alle tre aziende sanitarie della provincia di Udine). All’ultimo posto le triestine: solo il 37 per cento della popolazione-obiettivo ha risposto positivamente alla campagna di prevenzione.

LA DIAGNOSI. Lo screening mammografico si articola su più step. Se la mammografia – eseguita da radiologi che leggono almeno 5 mila esami l’anno – dà esito positivo, cioè vengono individuate lesioni sospette, seguono esami di approfondimento. Il primo livello avviene nelle unità mobili (una trentina in tutta la regione), mentre il secondo in strutture ospedaliere dove un’equipe multidisciplinare (radiologi, anatomo-patologi, chirurghi, radioterapisti, oncologi) segue il caso.

FONTE "Messaggero Veneto" lunedì 24 agosto 2009

Parola agli esperti



Fidiamoci

Voglio una vita spericolata...voglio una VITA SIII!!



VOGLIO UNA VITA SIII!!! Tutti noi lo dobbiamo pretendere: non facciamoci spaventare dallo screening. Sembra una brutta parola, in realtà gli dobbiamo la vita!

Diagnosi precoce

Il 97% dei casi di tumori al seno individuati nello stadio iniziale si concludono con una vittoria su questo male senza conseguenza per il corpo della donna. Ecco perchè è necessaria la prevenzione

L'inadeguatezza




Non è vero che le donne non dicono, è vero che non le ascoltano! Il loro disagio lo esprimono in mille modi diversi, anche se tra loro uguali. Un intervento di quadranctomia o mastectomia è una mutilazione fisica dall'impatto psicologico dirompente: è una parte femminile dal duplice significato, sessuale e materno.Venuta a mancare questa parte, la donna percepisce se stessa diversamente, riflettendo la stessa errata immagine di sè anche verso l'esterno.
Il supporto della famiglia o delle persone vicine, in questo caso, è fondamentale: preponderante, fa la differenza.
Non lasciamo che affrontino tutto questo da sole, aiutiamole a condividere anche questo peso, risulterà più leggero.

I used to rule the world



Ci sentiamo tutti così: siamo convinti di dominare il mondo, e diamo per scontata la vita.
Inaspettatamente, qualcosa arriva e cambia la ns vita radicalmente, forse per sempre, e la paura ci paralizza.
Il cancro agisce in questo modo. Decide arbitrariamente di governare il ns mondo e di gestire la ns vita, di stabilire le regole e imporcele. E nel farlo, il silenzio, il disagio e la vergogna, sono i suoi più grandi alleati.
e allora: PARLIAMONE!!!

Quando un'immagine vale più di mille parole

Cosa è il tumore al seno



Il seno è costituito da un insieme di ghiandole e tessuto adiposo ed è posto tra la pelle e la parete del torace.

In realtà non è una ghiandola sola, ma un insieme di strutture ghiandolari, chiamate lobuli, unite tra loro a formare un lobo.

In un seno vi sono da 15 a 20 lobi. Il latte giunge al capezzolo dai lobuli attraverso piccoli tubi chiamati dotti galattofori (o lattiferi).

Il tumore del seno è una malattia potenzialmente grave se non è individuata e curata per tempo. È dovuto alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne.
Ciò significa che hanno la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti e, col tempo, anche gli altri organi del corpo.

In teoria si possono formare tumori da tutti i tipi di tessuti del seno, ma i più frequenti nascono dalle cellule ghiandolari (dai lobuli) o da quelle che formano la parete dei dotti.http://www.airc.it

Incidenza





Ogni anno in Italia circa 37.000 donne scoprono di avere un tumore al seno, una patologia che si presenta con una delle maggiori incidenze tra tutti i tumori diagnosticati (nel complesso europeo è pari al 22% del totale dei tumori diagnosticati).
Ad essere maggiormente colpite sono le donne con un’età compresa tra i 55 e i 65 anni, ma numerosi sono anche i casi riscontrati in età più giovane